Due notti fa ho fatto un sogno. Non me lo ricordo bene, ma era strano (come al solito…).
Non ho idea di come sia iniziato, però ero in una scuola e c’erano due tizie che si sfidavano e una che viene trascinata in un giardino dove ci sono fiori a destra e a manca, nel cielo, per terra, sulla faccia della tipa…ovunque. Poi però succede qualche cosa che…boh. Poi sono in una casa, precisamente in salotto, e c’erano tre tizi di una serie TV che sto guardando in questo periodo e poi un’altra tizia che NON HO ASSOLUTAMENTE IDEA DI CHI FOSSE nonostante sembrasse, nel sogno, che io e lei fossimo molto amiche (credo fosse la tizia che veniva trascinata tra i fiori). Insomma, probabilmente ero in una dimensione parallela dove gli esseri umani possono produrre ghiaccio dalle mani. E a un certo punto la tizia si accorge che non ci riesce più. E allora io sto lì a cercare di farle tornare questo potere, le faccio vedere come si fa, le do un oggetto da incubare nel ghiaccio, e dopo tanta fatica riesce di nuovo a far diventare ogni cosa che le metto davanti un cubetto di ghiaccio. POI IL SOGNO SI SPOSTA SUL REGISTRO ELETTRONICO (questo potrebbe essere una conseguenza del fatto che ne sono ossessionata, se non vedo i compiti sono sempre lì a pensare di aver scordato qualcosa, ma chissà cosa!) e si vede l’elenco dei compiti di inglese più una roba che dice proprio questo: “Lanciare le pere e le mele e…vabbè”. Diceva proprio “vabbè”. MA COS!? Comunque, poi mi ritrovo in un enorme giardino insieme ad una dozzina di altre persone che RIGOROSAMENTE non conosco, a parte un mio amico (non è lo stesso dell’incubo). Di fronte a noi c’è un piccolo fossato e poi un altro pezzo di giardino con due file di alberi ai lati e in fondo c’è una minuscola colonnina. E allora noi dobbiamo lanciare sulla colonnina delle robe che sembrano grosse uova di vetro e dentro ci sono fiori e foglie cristallizzati. Quando passano a me un “uovo” io faccio per lanciarlo (anche se non ero del tutto sicura di doverlo fare) e la tipa a cui ho insegnato a ghiacciare le cose mi dice che, invece, devo correre a mettere l’uovo sulla colonnina. Non finiva lì il sogno, però non mi ricordo la fine.
Non mi sembrava così strano, ma detto così a parole è forse uno dei sogni più strambi che io abbia mai fatto. Per questo l’ho chiamato “Ehm…boh?” perché chiamarlo “Fiori, ghiaccio dalle mani e uova di Pasqua con fiori da lanciare a distanza di mezzo chilometro” pareva strano, no?